Tanto si dice e si racconta a proposito del Perù, ormai da decenni una consolidata meta del turismo internazionale (ovviamente in tempi normali e pre-Covid, ma ci si augura che presto torni ad esserlo). Le sue bellezze andine, la cultura incaica e Machu Picchu rientrano tra le meraviglie del mondo.
Quello che passa in secondo piano e di cui non si parla molto è la presenza di un’ampia fascia di foresta amazzonica (comunemente chiamata “selva” in spagnolo), che occupa tutta la parte est del Paese, quella appunto confinante con Brasile e Colombia, i Paesi che notoriamente detengono la “fetta” più ampia del bacino amazzonico.
Eppure, vivendoci, si impara che la canonica divisione tra costa, sierra e selva è la prima nozione di geografia che viene impartita ai giovani Peruviani! E che la parte della selva è molto grande e comprende città molto popolose come Iquitos, nel dipartimento di Loreto, che è l’insediamento umano più grande del mondo (circa un milione di persone) non raggiungibile per strada, ma solo in aereo o attraverso la navigazione dei fiumi (da altre città della foresta amazzonica come Tarapoto o Pucallpa). O comprende città come Puerto Maldonado, nel dipartimento di Madre de Dios, in cui le scimmie sono così numerose che vengono a rubarti la colazione!
Immagino che una immagine come questa non sia tradizionalmente associata al Perù, paese per definizione andino, ma il Perù è anche questo (e ovviamente molto, molto altro!). Nei prossimi articoli tornerò sul tema della selva peruviana, passando in rassegna aspetti della cultura e della gastronomia locale.
Last modified: Febbraio 8, 2021